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Luigi Pirandello


luigi pirandello

SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE

Capolavoro indiscusso dell'Autore di cui la nostra messa in scena, rivolta soprattutto agli studenti, ri-sulta subito chiara e di facile comprensione fin dalle prime battute.
Sei personaggi in cerca d'autore - Ciascuno a suo modo e Questa sera si recita a soggetto, costitui-scono la trilogia dei “drammi da fare“. Pirandello spezza l'assolutezza della commedia borghese e il dramma paradossalmente si costruisce man mano, con accostamenti immediati e fulminee divergenze durante l'allestimento del dramma stesso.
Sei personaggi in cerca d'autore presenta una novità fondamentale: la dissoluzione della finzione scenica, cioè il cosiddetto Teatro nel Teatro. Tecnicamente significa portare sul palcoscenico non un dramma fatto, ma un dramma nel suo progressivo farsi, scoprendo nuovi modi di rappresentazione.
Ci si può facilmente raffigurare lo stupore del pubblico quando quei sei strani personaggi arrivano sul palcoscenico dove un Capocomico con una Compagnia di attori sta provando una commedia proprio di Pirandello.
Forse quel Capocomico e quegli attori più di altri possono capirli e aiutarli a superare la loro situazione “impossibile“ di personaggi ormai vivi cui l'autore, quel diavolo di Pirandello, ha negato però la rete drammatica di avvenimenti in cui inserirli.
Ma un personaggio, sia pur rifiutato, è sempre un personaggio ed è molto diverso dall'attore che in Tea-tro lo interpreta. Immaginare che il personaggio e l'attore siano identificabili, sarebbe come confondere Amleto con l'interprete che gli presta la sua voce, i suoi gesti, il suo corpo. Il personaggio appartiene alla dimensione “eterna e immarcescibile” dell'arte che l'attore trasferisce nelle coordinate spazio-temporali della resa scenica. Ecco perché questi sei personaggi salgono su un palcoscenico. Essi sono stati creati, sono vivi, e cercano un autore che narri la loro storia per poter esprimere quanto vivono, la loro realtà, unica e immutabile. Su questo vertono i dialoghi che avvengono tra il Capocomico e il Padre, uno dei personaggi, cioè tra un rappresentante della commedia da fare e uno della commedia da farsi. Il Capocomico rappresenta una persona reale, che lavora in Teatro (quindi a contatto con la finzione), mentre il Padre è “solo” un personaggio (è “vero” ma non reale) un parto della fantasia di un autore, costretto a rivivere per sempre la sua vicenda, che al pubblico risulterà essere finzione, mentre per lui e per gli altri personaggi risulta dramma vero, vissuto e da rivivere per sempre nell'eternità dell'arte. Si può inibire la volontà di un uomo, contraddirlo, ingannarlo, ma il personaggio è indipendente dalla volontà del suo stesso autore, che infine lo deve accettare per come è, lo deve far vivere.
Eccoli allora, questi sei personaggi, il padre, la madre, il figlio, la figliastra, il ragazzetto e la bambina, con la loro storia familiare, e l'equivoco atélier di madama Pace, la quale copre con il commercio di cappellini una ben più redditizia attività, ospitando ragazze povere e belle che, spinte dalla miseria sono, loro malgrado, compiacenti con i clienti; tra le ragazze c'è la figliastra. Un giorno arriva da madama Pace il padre (in realtà patrigno della ragazza), l'atto mostruoso sta per compiersi, quando, al sopraggiungere della madre, egli riconosce la figliastra che aveva lasciata bambina.
I tentativi da parte degli attori, pieni di “volubile naturalità” di ricostruire, tra le altre, questa significa-tiva scena, non potranno che essere fallimentari. Gli attori non possono rappresentare il dramma dei personaggi quale realmente è; i personaggi credono di essere in un certo modo mentre gli attori danno di loro tutta un'altra realtà, perché è impossibile per gli uomini avere una realtà unica e immutabile. Tutto il dramma si svolge dunque, sull'impossibilità di costruire il dramma stesso. Ma proprio con questo “dramma messo in questione” Pirandello dà inizio alla moderna drammaturgia.