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Molière


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IL MALATO IMMAGINARIO

Nella storia del Teatro, l’importanza di Molière (pseudonimo di Jean Baptiste Poquelin, nato a Parigi nel 1622), risiede essenzialmente nel fatto che egli riassunse l’esperienza del Teatro comico italiano, ed in particolare della commedia dell’arte, utilizzandone quanto vi era di più vivo e di più fecondo, per fondare la moderna commedia di carattere e di costume.

Il suo straordinario genio comico e satirico lo portò spesso in conflitto con il benpensantismo ufficiale ed al centro di pericolose polemiche. L’ostinata diffidenza che Molière nutrì nei confronti del nascente pensiero scientifico, e l’odio corrosivo ed il disprezzo che ostentò verso i medici in particolare, lo indussero quasi naturalmente a regalarci l’ultimo dei suoi capolavori, scritto nel 1673, il “canto del cigno” del nostro grande commediografo che morirà lo stesso anno: “il malato immaginario”.

Vi si narrano le stranezze compiute da Argante, il nostro malato immaginario per l’appunto, il quale si “nutre” di medicine e vive “spiando” i segni di possibili e quanto mai improbabili malattie. Della sua follia ne approfittano la seconda moglie Belina, che assecondando la sua mania, cerca di farsi nominare sua unica erede, coadiuvata in questo proposito dalla malafede e dall’opportunismo di losche figure di medici ciarlatani, come il dottor Diaforetico, avidi faccendieri, come il notaio Buonafede, e interessati farmacisti, come il dottor Purgone. Come se non bastasse, Argante ha perfino deciso di far sposare sua figlia Angelica con il giovane Tommaso, figlio del dottor Diaforetico, pur di avere il medico in casa, assolutamente insensibile alle proteste della figlia fatalmente innamorata di Cleante.

Ed è in questo frangente che entrano in gioco la furbizia e l’affetto della go-vernante di casa, Tonina, nei confronti di Argante, suo padrone. Sarà lei che, con grande arte persuasiva, costringerà Argante a fingersi morto, smascherando l’ipocrisia di Belina e dimostrando l’affetto leale e sincero di Angelica per il padre.

Dopo aver ripudiato Belina, Argante, commosso, ci rallegrerà con un brillante “lieto fine”: acconsentirà alle nozze di Angelica con Cleante.

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